vendredi 21 septembre 2012

Pier Paolo Pasolini, Alla sua madre


E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò che è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine
la vita che mi hai data.
E non voglio essere solo. Ho un’infinita fame d’amore,
dell’amore di corpi senz’anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre,
e il tuo amore è la mia schiavitù.
Ho passato l’infanzia schiavo di questo senso alto,
irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione di una vita
Rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
                                                                                   P.P.P

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